Scienziati e spiritualità

I più ostinati materialisti ritengono che la scienza possa spiegare tutto e tutto ciò che non è scientificamente provato viene da loro bollato come inesistente o frutto della fantasia e della superstizione degli uomini. Ma la vera scienza non dovrebbe essere dogmatica ed escludere a priori le percezioni extrasensoriali o i fenomeni cosiddetti “paranormali”, ma dovrebbe avere il compito di indagare anche sul rapporto tra materia e Spirito. Fortunatamente esistono anche scienziati che non hanno paura di andare contro corrente svolgendo indagini che vanno oltre i programmi della scienza ufficiale. Senza contare che illustri scienziati sono, o sono stati, profondamente spirituali ed alcuni di essi hanno avuto delle percezioni extrasensoriali. Scienziati che parlano di visioni, di altre dimensioni, di Anima, di Dio o Energia Universale, …
Una frase di Max Planck mi fa ben sperare per il futuro: “Ci fu un tempo in cui la filosofia e le scienze naturali stavano l’una di fronte all’altra estranee e nemiche. Quel tempo è passato”.

Inizio con un’estrema sintesi dell’affascinante storia del  geniale scienziato dall’animo nobile Nikola Tesla (chi vuole approfondire troverà siti in cui se ne parla ampiamente) e del suo rapporto con la filosofia dei Veda. Dopodiché aggiungo alcune brevissime citazioni profondamente spirituali di alcuni scienziati tra più importanti e celebri dell’umanità che rispecchiano il mio pensiero.
Nikola Tesla (1856-1943), fisico serbo naturalizzato Statunitense. Dopo la sua dimostrazione di comunicazione senza fili (radio) nel 1893, e dopo essere stato il vincitore della cosiddetta “guerra delle correnti” contro Thomas Edison, fu riconosciuto come uno dei più grandi ingegneri elettrici statunitensi. Molti dei suoi primi studi si rivelarono anticipatori della moderna ingegneria elettrica e diverse sue invenzioni rappresentarono importanti innovazioni. Le scoperte di Tesla furono realmente rivoluzionarie per l’epoca e incredibilmente moderne. La misteriosa forza dell’elettricità affascinò Tesla sin dall’infanzia.images (31)
Da bambino vedeva fulmini abbaglianti. «In alcuni casi l’aria intorno a me si riempiva di lingue di fuoco animate» ricorderà Tesla nella sua autobiografia. Di solito queste visioni si accompagnavano a immagini interiori. Con gli occhi della mente Tesla osservava ambienti e oggetti tanto chiaramente da non riuscire a distinguere realtà e immaginazione. Con il tempo imparò a controllare queste suggestioni.
La forza della sua immaginazione si manifesta all’età di 17 anni, quando inizia a “occuparsi seriamente delle invenzioni”. Non aveva bisogno di alcun modello, disegno o esperimento per sviluppare i congegni: l’intero processo creativo aveva luogo nella sua mente. Lì costruiva le sue apparecchiature, correggeva gli errori, le metteva in azione. «Per me è del tutto indifferente costruire una turbina nella mia testa o in officina» scrisse «riesco persino a notare quando va fuori bilanciamento».
La visione per me non è stata una malattia, bensì la capacità della mente di penetrare oltre le tre dimensioni della Terra. Ho avuto visioni tutta la mia vita, e le ho ricevute come tutti gli altri fenomeni che ci circondano” … “Io ero a Parigi quando vidi la morte di mia madre. Nel cielo, pieno di luce e di musica, fluttuavano nuvole, erano creature meravigliose. Una di esse aveva l’aspetto della madre che mi guardava con amore infinito. Man mano che la visione sparì, seppi che mia madre era morta”, disse in un’intervista alla rivista “Immortality”. Ed ancora: “La conoscenza di come trasformare l’energia mentale e vitale in ciò che vogliamo, e riuscire a controllare tutti i sentimenti. Gli indù lo chiamano Kundalini-yoga.” … Queste conoscenze possono essere apprese, e per farlo sono necessari molti anni, o si possono acquisire anche alla nascita. La maggior parte di esse io le ho acquisite alla nascita.
Tesla, fu non solo un grandissimo e geniale scienziato ma anche un illuminato letterato; amava infatti la Filosofia e la Poesia ed era amante e profondo conoscitore dell’Oriente misterioso ed in particolare di alcune avanzatissime civiltà del passato remoto come l’India dei VEDA. Fin dal 1891 delineò l’Universo come un sistema cinetico riempito di energia imbrigliabile in ogni luogo. I suoi concetti durante gli anni successivi furono enormemente influenzati dagli insegnamenti di Swami Vivekananda, il primo di una serie di Yogi orientali che portarono la filosofia e la religione Vedica in Occidente. Tali concetti propri dei moderni studi fisici sono affrontati nei Veda, una collezione di antichi scritti indiani composti da inni, preghiere, miti, cronache, dissertazioni sulla scienza, la natura ed il mondo reale, risalenti almeno a 5000 anni fa. La natura della materia, dell’antimateria e le concezioni sulla struttura atomica vengono descritte nei testi Vedici. Tesla, assimilando la terminologia e la filosofia sanscrita, scoprì che esse fornivano il miglior modo per descrivere i meccanismi fisici dell’Universo, così come lui lo vedeva.
images (30)“La conoscenza viene dallo spazio. La nostra visione è l’insieme più perfetto. Abbiamo due occhi: il terreno e lo spirituale. Si raccomanda che si trasformino in un solo occhio. L’Universo è vivo in tutte le sue manifestazioni, come un animale pensante … Una stella che brilla chiede di essere vista e se non fossimo così immedesimati in noi stessi capiremmo il suo linguaggio ed il suo messaggio. Il respiro, gli occhi e le orecchie dell’uomo devono armonizzarsi con il respiro, gli occhi e l’udito dell’Universo”. Quest’ultima frase è simile a una frase del grandissimo Leonardo da Vinci. Anche lui vedeva l’analogia tra il “respiro dell’uomo” e il “respiro del mondo“.
Pur tuttavia, Tesla sembra aver fallito nel dimostrare l’identità matematica fra energia e materia. Vivekananda sperava che Tesla riuscisse a dimostrare che ciò che noi chiamiamo materia non è altro che energia potenziale, in quanto questo avrebbe riconciliato gli insegnamenti dei Veda con la scienza moderna.
La prova matematica dei principi giunse solo dieci anni dopo, quando Albert Einstein pubblicò i suoi studi sulla Relatività. Ciò che in Oriente era conosciuto da almeno 5000 anni, venne reso noto anche in Occidente e rivoluzionò la fisica classica.
Alla fine dell’Ottocento, si pensava di aver compreso i principi fondamentali della Natura. Gli atomi erano i “mattoncini” con cui era costruito il mondo, le leggi di gravitazione universale di Newton spiegavano il moto dei pianeti e di tutti gli altri corpi, l’Universo intero sembrava funzionare come un gigantesco orologio. Il mondo di Newton – quello dei macrosistemi, cioè la realtà come la vediamo – era determinista: tutto era certo e prevedibile.
Ma, con l’inizio del ‘900, quel mondo iniziò a sgretolarsi. Lo studio più approfondito dell’atomo e dei suoi componenti ha dato origine alla Teoria dei Quanti che, facendo perdere gran parte delle certezze su cui si basava la fisica classica, ha gradualmente fatto comprendere che la conoscenza della realtà era ben lontana dall’essere completa.
Nel 1900 fu il fisico Max Planck, fisico tedesco,1858-1957, premio Nobel per la fisica nel 1918, considerato il padre fondatore della fisica quantistica, a dare la prima scossa alla fisica classica proponendo che lo scambio di energia tra la materia e la radiazione avvenisse in modo discontinuo per “pacchettidiscreti di energia o “quanti”, termine che diede il a tutta la teoria. Il che era del tutto rivoluzionario perché contraddiceva tutta la fisica classica. Planck fu costretto, suo malgrado, dai suoi stessi calcoli a contraddire la fisica classica e a introdurre la “Quantizzazione” che era in contrasto diretto con il principio di “Continuità” accettato da tutta la comunità scientifica dell’epoca.
Pochissimi anni dopo, nel 1905, l’allora sconosciuto Albert Einstein pubblicò un articolo sull’interpretazione dell’effetto fotoelettrico che viene considerata come la conferma, dal punto di vista sperimentale, dell’ipotesi di Planck. Nasceva così la cosiddetta fisica quantistica che nel giro di pochi decenni rivoluzionerà tutta la fisica classica dimostratasi ormai inadeguata a risolvere i fenomeni del microcosmo. La rivoluzione operata dalla fisica dei quanti ebbe un solo precedente nella storia della scienza: la rivoluzione copernicana.
E se ciò non fosse abbastanza rivoluzionario, con l’equazione E=mc2, Albert Einstein demolisce tutte le teorie precedenti secondo cui materia ed energia erano due elementi della fisica completamente diversi e senza alcun legame, e dimostra che la materia altro non è che una forma di energia: energia condensata. Energia e materia sono la stessa cosa.
Poi seguirono altri grandissimi scienziati tra cui Bohr, Dirac, Pauli, Heisenberg, Schrödinger, ecc. che, sviluppando la fisica quantistica, infersero ulteriori colpi alla fisica classica. Dimostrarono che a livello subatomico la materia si comportava in modo ben diverso da quello determinista di Newton: di certo e di prevedibile non c’era più niente, e al massimo si poteva parlare di probabilità di trovare un elettrone là dove si pensava che dovesse essere. l’Universo, alla luce della nuova scienza, non è più ciò che appare: l’atomo è divisibile e perlopiù vuoto e, conseguentemente, l’Universo materiale così come ci appare è illusorio. Lo spazio-tempo è una costruzione della mente. L’energia scorre a “pacchetti” discontinui, chiamati “quanti”; i fotoni della luce e le particelle subatomiche si comportano in modo camaleontico: a volte come onde e a volte come particelle. …E l’affascinante ed infinita storia continua.

Per concludere, ecco solamente alcune bellissime citazioni cariche di spiritualità di alcuni scienziati tra i più illustri.
Leonardo da Vinci, (1452-1519) il più versatile genio di tutti i tempi scrisse:
“… Il corpo dell’uomo pare una analogia col mondo intero. Se pensate che l’uomo sia un meraviglioso pezzo di ingegneria, ricordatevi che non è niente rispetto all’ingegneria dell’anima che abita in quel edificio, che è qualcosa di divino.”

Max Planck, fisico tedesco (1858-1957), considerato il padre fondatore della fisica quantistica e premio Nobel per la fisica nel 1918, afferma: “La materia non esiste, tutto è vibrazione”. Nel 1944 pochi anni prima di morire scrisse: “Avendo consacrato tutta la mia vita alla Scienza più razionale possibile, lo studio della materia, posso dirvi almeno questo a proposito delle mie ricerche sull’atomo: “la materia come tale non esiste! Tutta la materia non esiste che in virtù di una forza che fa vibrare le particelle e mantiene questo minuscolo sistema solare dell’atomo. Possiamo supporre al di sotto di questa forza l’esistenza di uno Spirito Intelligente e cosciente. Questo Spirito è la ragione di ogni materia”.

Albert Einstein, fisico tedesco (1879-1955), premio Nobel nel 1921: «… ci sono ancora persone che dicono che Dio non esiste. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni».images (32)
«Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante.» «Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili».

David Bohm, (1917-1992) fisico USA, tra i fondatori della fisica quantistica, premio Nobel nel 1918. images (19)Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del quale non siamo consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se la separazione tra le particelle subatomiche è solo apparente, ciò implica che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate. …“Ad un livello molto profondo la materia e la coscienza sono completamente inseparabili e interconnesse, proprio come in un videogame il giocatore e lo schermo sono uniti dalla partecipazione in un processo comune. In questa visione, la mente e la materia sono due aspetti di un unico tutto e non sono più separabili di quanto non lo siano la forma e il contenuto. A livelli molto profondi la coscienza dell’umanità è una. Questa è una certezza virtuale perché anche nel vuoto la materia è una, e se noi non vediamo questo, è perché siamo ciechi di fronte a questa realtà. …”

Per Guglielmo Marconi (1874 – 1937), premio Nobel per la fisica nel 1909, inventore della radio, attraverso la scienza “l’umanità si sforza di trovare la sua strada verso Dio”. E da scienziato orgogliosamente cristiano paragonava il dispositivo senza fili da lui inventato allo spirito umano che nella preghiera è in grado di inviare onde invisibili che raggiungono Dio.
Ecco, infatti, come si espresse Guglielmo Marconi in un discorso:
«Ad ogni passo che la scienza fa, ci porta sempre nuove sorprese e risultati. Eppure la scienza è come una luce fioca di una lanterna tremolante in una foresta profonda, attraverso la quale l’umanità si sforza di trovare la sua strada verso Dio. E’ solo la fede che può portare alla luce e servire come un ponte tra l’uomo e l’Assoluto […]. Sono orgoglioso di essere cristiano. Credo non solo come cristiano, ma anche come scienziato. Come un dispositivo senza fili, nella preghiera lo spirito umano è in grado di inviare onde invisibili per l’eternità, onde che raggiungono il loro obiettivo di fronte a Dio». (G. Marconi, “Discorso al primo congresso della Radio Industria italiana”, Bologna 5/5/1934.

Blaise Pascal (1623-1662), scienziato, fisico, matematico e filosofo che ha vissuto la gioia della scoperta del Dio di Gesù Cristo, come unico e sommo bene.
Nelle sue esplorazioni interiori alla ricerca del senso della Vita, egli ha compreso che la ragione ha dei limiti.
Sono celebri le sue frasi:
Conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore.
Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”.
L’ultimo passo della ragione è il riconoscere che vi sono un’infinità di cose che la sorpassano. Essa è proprio debole, se non giunge fino a conoscere questo. Se le cose naturali la trascendono, che dire di quelle soprannaturali?”.

Antonino Zichichi, fisico italiano (Trapani 1929), professore (1965) di fisica superiore all’università di Bologna (emerito dal 2006). Impegnato nelle ricerche nel campo della fisica delle particelle elementari, ha lavorato nell’ambito della fisica subnucleare presso i laboratori Fermilab di Chicago e CERN di Ginevra, dove nel 1965 ha coordinato il gruppo di ricerca che ha scoperto un  nucleo di antimateria. E’ stato Presidente della Federazione mondiale degli scienziati, della Società Europea di Fisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e ha ricevuto il “Premio Enrico Fermi”, dalla Società Italiana di Fisica nel 2001.
Credente cattolico è noto per l’opera di divulgazione scientifica e per sottolineare spesso l’assenza di contrasti tra fede e scienza.
Nel suo libro dichiara che: «Nessuna scoperta scientifica ha mai messo in dubbio l’esistenza di Dio. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che ha fede. Chi sceglie l’ateismo fa quindi un atto di fede: nel nulla. Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla». (A. Zichichi, “Perché io credo in colui che ha fatto il mondo”. Editore: Marco Tropea Editore 2009.

Francis Collins (1950) genetista e biologo statunitense, noto per aver guidato il team di ricercatori che ha sequenziato il genoma umano, nel suo libro “Il linguaggio di Dio”, raccontando la sua conversione dall’ateismo al cristianesimo grazie alla ricerca scientifica, ha scritto:
«Per me l’esperienza di sequenziamento del genoma umano, e la scoperta del più imponente di tutti i testi, è stato un sorprendente risultato scientifico e un’occasione di preghiera. 
Molti saranno sconcertati da questi sentimenti, partendo dal presupposto che un rigoroso  scienziato non debba anche essere un serio credente in un Dio trascendente. Questo libro si propone di sfatare tale concetto, sostenendo che la fede in Dio può essere una scelta del tutto razionale, e che i principi della fede sono, infatti, complementare ai principi della scienza» (F. Collins, The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief, Introduction, New York, Free Press, 2006)

Fabiola Gianotti 1960, fisico. Tra i più importanti scienziati italiani, ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs e nel 2015 è divenuta direttore generale del CERN di Ginevra.
«… E la scienza non potrà mai dimostrare l’esistenza o la non esistenza di Dio. Si, io credo in Dio. La scienza è assolutamente compatibile con la fede, non ci sono contraddizioni. L’importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà una risposta».
(F. Gianotti, intervista televisiva alla trasmissione “Otto e Mezzo”, 06/01/15.
“Non vedo nessuna contraddizione tra scienza e fede: appartengono a due sfere diverse. Saremmo troppo ambiziosi e troppo arroganti se potessimo pensare di spiegare l’origine del mondo. Quello che possiamo fare noi scienziati è andare avanti passettino dopo passettino, e accumulare conoscenza. Ma, come diceva Newton, quello che conosciamo è una gocciolina e quello che non conosciamo un oceano, quindi siamo ben lontani dal rispondere a domande di quel tipo”
(F. Gianotti, intervista per “Famiglia Cristiana”, 20/08/10)

Carlo Rubbia, 1934, fisico e premio Nobel per la fisica nel 1984.
«Se contiamo le galassie del mondo o dimostriamo l’esistenza delle particelle elementari, in modo analogo probabilmente non possiamo avere prove di Dio. Ma, come ricercatore, sono profondamente colpito dall’ordine e dalla bellezza che trovo nel cosmo, così come all’interno delle cose materiali. E come un osservatore della natura, non posso fare a meno di pensare che esiste un ordine superiore. L’idea che tutto questo è il risultato del caso o della pura statistica, per me è completamente inaccettabile. C’è un’Intelligenza ad un livello superiore, oltre all’esistenza dell’universo stesso»
«Parlare di origine del mondo porta inevitabilmente a pensare alla creazione e, guardando la natura, si scopre che esiste un ordine troppo preciso che non può essere il risultato di un ‘caso’, di scontri tra ‘forze’ come noi fisici continuiamo a sostenere. Ma credo che sia più evidente in noi che in altri l’esistenza di un ordine prestabilito nelle cose. Noi arriviamo a Dio percorrendo la strada della ragione, altri seguono la strada dell’irrazionale».

Per concludere la bellissima frase di K.H. Heisenberg, 1901, fisico e premio Nobel per la fisica nel 1932, considerato uno dei fondatori della meccanica quantistica:
«Il primo sorso dalla coppa delle scienze naturali ti renderà ateo; ma al fondo del bicchiere ti attende Dio».

 

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