I SOGNI PREMONITORI E LA PSEUDOSCIENZA

I SOGNI PREMONITORI E LA PSEUDOSCIENZA 

I SOGNI PREMONITORI ESISTONO. IO NE HO LA PROVA.

Secondo il CICAP la scienza può […] dirci con certezza è che sono del tutto prive di fondamento le credenze che attribuiscono ai sogni capacità divinatorie. […] Se i sogni premonitori sono dunque un’illusione, sono invece reali i cosiddetti “sogni lucidi”.
Ma davvero si hanno certezze scientifiche sui sogni premonitori?  Ed è vero che sono reali solo i sogni “lucidi”? E se invece si trattasse di supposizioni spiacciate per certezze scientifiche?”.

In questo articolo, avvalendomi del “Sogno premonitore-ricorrente documentato“, verificatosi il 24 gennaio 2016, intendo dimostrare l’infondatezza delle tesi materialiste che negano l’esistenza dei sogni premonitori.
A tal fine prendo in considerazione un articolo di Silvano Fuso (ma ne esistono a profusione articoli e libri in cui vari esperti formulano tesi o esprimono considerazioni simili), pubblicato nel 2003 sul sito del CICAP di cui è socio effettivo, in cui l’autore, in risposta alla signora Paola che racconta un suo sogno che lei ritiene sia premonitore, esprime delle considerazioni che si trovano anche nel suo libro.
Ecco la risposta del signor Fuso in merito al sogno della signora:
«Gent.ma Paola, la ringrazio per il Suo messaggio. Capisco benissimo che Lei abbia trovato il Suo sogno inquietante: avrebbe colpito chiunque. Tuttavia non credo proprio che l’episodio di cui è stata protagonista abbia qualcosa di paranormale».
«[…] I cosiddetti sogni premonitori hanno affascinato l’uomo fin dall’antichità e se ne ritrovano molti esempi nelle opere classiche. Sognare un evento e constatare poi il suo verificarsi nella vita reale è un’esperienza sconcertante che può essere comprensibilmente scambiata per paranormale. Tuttavia un esame più attento e obiettivo del fenomeno ridimensiona fortemente la straordinarietà del fenomeno.
Innanzi tutto può essere interessante fare alcune considerazioni di tipo statistico. Ogni notte i 6 miliardi di persone che popolano la Terra sognano per più di un’ora, costruendo un numero spaventoso di sogni. Appare quindi piuttosto probabile che in questo numero enorme di sogni prima o poi compaia qualche episodio che si verifica realmente.
Inoltre, come sempre accade relativamente alle previsioni, la nostra mente effettua una selezione a posteriori. Tendiamo a dimenticare rapidamente i sogni che contengono episodi che non si verificano nella realtà, mentre ricordiamo con grande enfasi quelli in cui gli eventi si realizzano. Se si facesse un’analisi statistica tra le previsioni avveratesi e quelle non avveratesi, si scoprirebbe di essere perfettamente all’interno delle leggi probabilistiche.
Va fatta un’ulteriore considerazione. Di solito i sogni si ricordano con difficoltà. Di conseguenza capita spesso che ognuno di noi, in perfetta buona fede e del tutto inconsapevolmente, aggiusti a posteriori il ricordo del sogno per farlo combaciare con qualche episodio realmente accadutoci.
E’ proprio sicura che qualcosa del genere non sia capitato anche a Lei? In fin dei conti tra il sogno che Lei ha fatto e ciò che si è realmente verificato vi sono parecchie differenze, non solo analogie
Come si evince da questo articolo, l’autore dà per scontato che l’esperienza onirica in questione non abbia alcun contenuto di natura paranormale, ma ritiene che il sogno sia solo inquietante: lo considera quindi un sogno normale a prescindere.
Ma se nell’articolo succitato l’autore esprime solamente delle considerazioni in merito ai sogni premonitori, nel suo libro va ben oltre e parla di certezze scientifiche:
«Dal fatto che esistano diverse teorie, spesso contrapposte, il lettore può facilmente capire che dal punto di vista scientifico i sogni presentano diversi segreti. Questo deriva ovviamente dal fatto che essi sono il prodotto del cervello sul quale abbiamo ancora parecchie cose da imparare. […] Ciò che la scienza può invece dirci con certezza è che sono del tutto prive di fondamento le credenze che attribuiscono ai sogni capacità divinatorie. […] Se i sogni premonitori sono dunque un’illusione, sono invece reali i cosiddetti “sogni lucidi[1].»

Con queste asserzioni l’autore supera se stesso: prima afferma che dal punto di vista scientifico i sogni presentano diversi segreti, salvo poi affermare che l’unica cosa che la scienza può dirci con certezza è che i sogni premonitori sono del tutto privi di fondamento, sono un’illusione.
Stupefacente! Che capolavoro! Con estrema coerenza, semplicità e chiarezza, l’autore fuga ogni dubbio ed illumina la mente di noi poveri illusi. Proprio i sogni premonitori, che sono i più misteriosi e che fin dall’antichità hanno affascinato ed incuriosito gli uomini, vengono ritenuti “illusioni” dagli esperti del CICAP che, da quel che si legge nel loro sito, dovrebbe essere “un’organizzazione di volontari, scientifica ed educativa, che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito”.
Più che promuovere un’indagine scientifica, a me sembra che tale organizzazione muova solo critiche partendo dal presupposto che i sogni premonitori non esistono. Se le attuali conoscenze scientifiche non permettono di spiegare certi fenomeni, tali fenomeni vengono considerati dal CICAP inesistenti aprioristicamente, senza tener minimamente conto dell’esistenza di tantissime testimonianze di esperienze extrasensoriali che da sempre hanno accomunato gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.
Io non ho la pretesa di avere la verità in tasca, e sono ben consapevole che il mio sogno premonitore documentato non ha alcun valore scientifico. Tuttavia, mentre io ho i documenti che attestano la veridicità della mia esperienza, questi esperti non hanno assolutamente niente che comprovi la veridicità delle loro tesi.
Se gli pseudo-esperti del CICAP e tanti altri leggessero almeno il mio sogno premonitore-ricorrente documentato, si renderebbero conto che esso confuta tutte le loro affermazioni che vengono spacciate per “certezze scientifiche”, con una prova oggettiva e irrefutabile.

CONFUTAZIONI DELLE TESI PSEUDOSCIENTIFICHE

Ma davvero si hanno certezze scientifiche sui sogni premonitori?  Ed è vero che sono reali solo i sogni “lucidi”? E se invece si trattasse di supposizioni spiacciate per certezze scientifiche?
Al momento, l’unica certezza che abbiamo è che l’autore succitato, affermando che sono reali solo i “sogni lucidi”, si è tirato la zappa sui piedi, perché tale tesi è priva di alcun fondamento scientifico, il che è paradossale, considerato che egli è uno dei soci del CICAP che, da ciò che si legge nel loro sito, è “un’organizzazione di volontari, scientifica ed educativa, che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito”. E che tale tesi sia priva di alcun fondamento scientifico, non lo dimostrano solo le mie molteplici esperienze oniriche e quelle di tante altre persone, ma lo dimostra inequivocabilmente anche colui che i “sogni lucidi” li ha studiati scientificamente, ossia lo psicofisiologo statunitense Stephen LaBerge. Infatti, mentre per il signor Fuso (e gran parte degli “esperti”) esiste una netta distinzione tra “sogni lucidi” e sogni non “lucidi”, per LaBerge è vero l’esatto opposto. Egli infatti, in un suo scritto afferma: «[…] A mio avviso, è più accurato descrivere i sogni come delle esperienze, ovvero degli eventi coscienti che l’individuo sperimenta realmente. […] Quando si sogna, il fatto che si sappia o meno di sognare è irrilevante: il sogno rimane ugualmente tale[2].»

LA SELEZIONE A POSTERIORI

La convinzione degli esperti è che, relativamente alle previsioni, accade che la nostra mente effettua una selezione a posteriori. Tendiamo a dimenticare rapidamente i sogni che contengono episodi che non si verificano nella realtà, mentre ricordiamo con grande enfasi quelli in cui gli eventi si realizzano.
Beh, basandomi sulla mia esperienza personale, posso dire che tale affermazione non corrisponde al vero: non è affatto vero che si ricordano con grande enfasi solo “i sogni in cui gli eventi si realizzano” (sogni premonitori), ma bensì anche i sogni di altra natura, ad esempio quelli di natura spirituale. A rafforzare questa mia intima convinzione sono i miei molteplici sogni che, seppure non rientrino nella categoria dei sogni premonitori, li ricordo con grandissima enfasi, visto che, si tratta di “grandi” sogni così pregni di significato e così emozionanti da aver segnato profondamente la mia esistenza, per cui il loro ricordo rimarrà impresso nella mia mente finché avrò vita e anche oltre.
Gli esperti inoltre affermano che “di solito i sogni si ricordano con difficoltà. Di conseguenza capita spesso che ognuno di noi, in perfetta buona fede e del tutto inconsapevolmente, aggiusti a posteriori il ricordo del sogno per farlo combaciare con qualche episodio realmente accadutoci.
Noi che crediamo nell’esistenza dei sogni premonitori, dunque, oltre ad essere considerati dei poveri illusi, veniamo pure accusati di effettuare “aggiustamenti” a posteriori il ricordo del sogno per farlo combaciare con qualche episodio realmente accadutoci, però ci viene concesso un’attenuante: l’“aggiustamento” lo effettuiamo del tutto inconsapevolmente e in perfetta buona fede, ma come diavolo sia possibile effettuare questa operazione di “aggiustamento” del tutto inconsapevolmente e in perfetta buonafede, lo sanno solo loro.

Veniamo ora al punto cruciale della questione ponendoci una domanda: è possibile dimostrare l’infondatezza di tale tesi?
Ebbene sì! Io, grazie al mio sogno premonitore documentato, ho finalmente la possibilità di dimostrare l’infondatezza questa tesi materialista con una prova oggettiva. (Si trova cliccando qui)
Se infatti il signor Fuso & Co si degnassero di prendere in esame il mio sogno e i documenti ad esso correlati, si accorgerebbero che la loro affermazione circa il fatto che “ognuno di noi aggiusti a posteriori il ricordo del sogno per farlo combaciare con qualche episodio realmente accadutoci”, risulta essere privo di alcun fondamento, perché il file pdf contenente il racconto del sogno risulta essere stato creato prima che l’evento riconducibile ad esso si verificasse nella vita reale — anch’esso documentato —, per cui in nessun modo avrei potuto “aggiustare a posteriori il ricordo del sogno per farlo combaciare con qualche episodio realmente accadutomi”.
In conclusione, io ho ritenuto che questi due sogni fossero premonitori non a posteriori, bensì a priori, ossia prima che gli eventi preannunciati in sogno si materializzassero, ottenendo così un riscontro oggettivo che comprova inconfutabilmente l’esistenza dei sogni premonitori.

CONSIDEAZIONI DI TIPO STATISTICO

Relativamente alle considerazioni di tipo statistico, l’autore inizia col ricordarci che “tutti sogniamo e che 6 miliardi di esseri umani sognano ogni notte per più di un’ora costruendo un numero spaventoso di sogni. Appare quindi piuttosto probabile che in questo numero enorme di sogni prima o poi compaia qualche episodio che si verifica realmente“.
Michael Shermer (Los Angeles, 1954), scrittore e storico della scienza, noto per le sue indagini sulla validità delle pseudoscienze e delle affermazioni sul sovrannaturale, al fine di spiegare che un sogno premonitore sulla morte di qualcuno che conosciamo è statisticamente tutt’altro che improbabile, ci dà il numero esatto di sogni:
In media, facciamo cinque sogni a notte, cioè 1.825 sogni all’anno. Se ne ricordiamo solo un decimo, significa che ricordiamo 182,5 sogni all’anno. La popolazione americana ammonta a circa 300 milioni di persone, per un totale di 54,7 miliardi di sogni ricordati all’anno. I sociologi ci dicono che ciascuno di noi conosce bene grosso modo 150 persone: abbiamo quindi una rete di 45 miliardi di connessioni personali. Con un tasso di mortalità di 2,4 milioni di americani all’anno (tutte le fasce d’età, tutte le cause), è inevitabile che qualcuno di questi 54,7 miliardi di sogni ricordati riguardi qualcuno di questi 2,4 milioni di morti fra i 300 milioni di americani legati da 45 miliardi di connessioni personali: sarebbe un miracolo se nessuno dei sogni premonitori di morte si avverasse![3]

Beh, certo, se prendiamo in considerazione il numero dei sogni che ogni essere si ricorda in un anno, ossia 182,5, e lo moltiplichiamo per 6 miliardi di essere umani, risulta un numero davvero mostruoso di sogni.
Shermer ci fornisce anche il numero esatto di sogni: “in media, facciamo cinque sogni a notte, cioè 1.825 sogni all’anno. Se ne ricordiamo solo un decimo, significa che ricordiamo 182,5 sogni all’anno”.
Se ne ricordiamo “solo” un decimo? Come sarebbe a dire “solo”?
Sembra quasi che per l’autore il numero di sogni che si ricordano in un anno sia addirittura superiore a 182,5, ma, preferendo andare cauto, si limita a prendere in considerazione un numero di gran lunga inferiore.
Comunque sia, ritengo che questo numero di sogni sia così spropositato da inficiare il risultato di questa indagine statistica: innanzitutto va considerato che non tutti i sogni hanno la stessa importanza, infatti i sogni si distinguono in piccoli e grandi sogni. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di “piccoli” sogni, ovvero quelli insignificanti, che si ricordano con difficoltà e in maniera molto vaga, sia per il fatto che la vividezza delle immagine è ridotta al minimo, sia perché il contenuto onirico spesse volte non è lineare e coerente.
C’è da considerare, inoltre, che gran parte dei sogni contengono immagini archetipe di cui la maggior parte degli uomini ne ignora il significato, per cui anche il ricordo di questi sogni — solo apparentemente insensati e insignificanti — svanisce in brevissimo tempo.
I “grandi” sogni, che, al contrario, sono pregni di significato, rappresentano solo un’infinitesima parte dei sogni che si ricordano; si tratta di sogni che suscitano nel sognatore fortissime emozioni e, in genere, segnano un cambiamento, una fase di passaggio dell’esistenza o l’elaborazione di un lutto, per cui il loro ricordo rimane indelebile nella mente del sognatore, il quale, quando gli capita l’occasione, li racconterà con grande enfasi e commozione (senza “aggiustarli”).
Prendiamo, ad esempio, il mio caso. Come ho già avuto modo di scrivere, i sogni premonitori che hanno costellato la mia vita mi hanno anticipato gli eventi più significativi fin nei minimi dettagli. Si tratta di un caso pressoché unico di un’esistenza prima sognata e poi vissuta realmente.
Ai numerosi sogni premonitori vanno aggiunti i meravigliosi sogni mistici, la gran parte dei quali sono concentrati nell’arco temporale di 8 anni (2012-2020).
Ma se da un lato il numero dei sogni da me ricordati risulta essere assolutamente considerevole rispetto al numero di sogni ricordati dalle persone che rientrano nella cerchia delle mie conoscenze — gran parte delle quali affermano addirittura di non sognare affatto —, dall’altro lato risulta essere un numero estremamente esiguo rispetto ai 182,5 sogni su cui si basa questa indagine statistica. Se infatti si moltiplica 182,5 sogni per il numero dei miei anni, ossia 65, risulta l’esorbitante cifra di 11.862,5, numero che io raggiungerei solo vivendo più vite. Perfino in quell’arco temporale di 8 anni, che dal punto di vista onirico è stato il periodo più prolifico della mia vita, il numero di sogni da me ricordati risulta essere estremamente esiguo rispetto al numero esorbitante di sogni che, secondo gli esperti, dovrei ricordarmi, ossia 1.460 (182,5 sogni all’anno moltiplicato per 8 anni), visto che i “grandi” sogni, ossia quelli così pregni di significato e così emozionanti da aver segnato profondamente la mia esistenza, essendosi verificati con frequenza molto inferiore rispetto a quelli “piccoli”, rappresentano solo un’infinitesima parte del totale dei sogni da me ricordati.
Inoltre è necessario considerare il fatto che, fino all’età di 27 anni, mi ricordo di aver avuto solo alcuni incubi ricorrenti causati da esperienze traumatiche, e che i 3 anni successivi all’ultima esperienza mistica, avuta nel 2020, non ho avuto esperienze oniriche degne di nota.

Insomma, se si tolgono dal calderone gli incubi ricorrenti e l’enorme mole di “piccoli” sogni, rimangono i “grandi” sogni, che, essendosi verificati con frequenza molto inferiore rispetto ai “piccoli” sogni, rappresentano solo un’infinitesima parte del totale: il numero complessivo di sogni da me ricordati nell’arco temporale di 65 anni può arrivare a 250/300. Volendo esagerare si potrebbe arrivare a 500, e comunque anche questo numero sarebbe infinitamente inferiore rispetto agli 11.862,5 sogni su cui si basa questa indagine statistica.

Ritengo che le ragioni da me esposte siano più che sufficienti per dimostrare quanto sia assurdo e poco serio realizzare un’indagine statistica prendendo in considerazione il numero dei sogni che vengono ricordati senza tener minimamente conto del tempo di permanenza del ricordo nella memoria del sognatore, visto che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di “piccoli” sogni insignificanti, il cui ricordo svanisce quasi subito dopo il risveglio, per cui, anche nel caso in cui si verificasse un particolare evento nei giorni immediatamente successivi, sarebbe impossibile collegarlo a un sogno ormai caduto nell’oblio.
Ora, a parte il fatto che trovo davvero assurdo che l’aspetto “quantitativo” possa essere considerato una prova inoppugnabile dell’impossibilità che si avverino le precognizioni, per quale ragione in un’indagine statistica si dovrebbe prendere in considerazione il totale di tutti i sogni che si suppone vengano ricordati ogni anno dall’intera umanità, anziché prendere in considerazione solo i sogni che si ritengono premonitori?
Io ritengo che sarebbe molto più serio prendere in considerazione la creazione di un database in cui raccogliere tutti i sogni premonitori documentati con prove oggettive circa la loro materializzazione. Se ciò avvenisse a livello mondiale saremmo inondati di prove inconfutabili e allora la scienza sarebbe obbligata ad indagare non sulla loro esistenza, bensì sulla loro provenienza.
Perché non si è mai preso in considerazione questa opzione? Per quale ragione per indagare e comprendere un fenomeno così complesso e affascinante come i sogni premonitori si preferisce continuare ad avere un approccio pregiudiziale supportato da giochetti statistici, anziché avere un vero approccio scientifico?
Fortunatamente esistono anche illustri scienziati che, con estrema difficoltà, fanno ricerca anche andando oltre la scienza ufficiale, tra cui la dottoressa Julia Mossbridge — da me precedentemente citata —, la quale ci fornisce una risposta esaustiva alla domanda sopra posta. Nel suo libro scrive che sebbene ci siano stati dei tentativi per creare un registro premonizioni, «sembra che la gente non voglia prendere in considerazione questa opportunità» – afferma la dottoressa Mossbridge – «perché non può uscire allo scoperto con queste storie[4]».
È davvero avvilente, per una sognatrice come me, dover constatare come certe tesi antiscientifiche spoglino i sogni premonitori di tutta la loro importanza, privandoli di qualunque valore.
Poiché la mia vita è stata costellata da sogni che mi hanno anticipato il futuro in ogni più piccolo dettaglio, mi è impossibile credere che siano solamente illusioni o mere coincidenze senza alcun senso e alcun fine. Purtroppo, però, solo con moltissimo ritardo mi sono resa conto che se i sogni non vengono documentati, rimangono semplici racconti senza alcun valore. E chissà quante migliaia o milioni di persone avranno avuti sogni premonitori senza che li abbiano mai documentati; ma finché tali sogni rimarranno solamente semplici racconti, risulterà difficile poi credere nella loro esistenza e non verranno mai presi in considerazione dalla scienza ufficiale.
Sono convinta che se si educassero gli uomini fin dalla loro infanzia a tenere in considerazione i propri sogni e a documentarli, si farebbe qualcosa di grandioso che, oltre a facilitare il lavoro degli studiosi, sarebbe una ricchezza per tutta l’umanità.

 

[1] Silvano Fuso, Pinocchio e la scienza. Come difendersi da false credenze e bufale scientifiche, edizioni Dedalo 2006.

[2] I grandi interrogativi della scienza, a cura di Harriet Swain, 2004 Edizioni Dedalo. Che cos’è il sogno? Di Stephen LaBerge.

[3] Michael Shermer, Homo credens, Perché il cervello ci fa coltivare e diffondere idee improbabili, edizione Nessun Dogma, maggio 2015.

[4] Imants Barušs, Julia Mossbridge, Transcendent Mind, American Psychological Association editore, 2016.

 

Questo articolo è stato rivisitato a fine agosto del 2023 solo al fine di aggiornare i dati da me utilizzati per dimostrare che il numero di sogni su cui si basa l’indagine statistica è stratosferico.

 

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